STEP #28 - La sintesi finale
Il misuratore di campo
(Illustrazione del 1478 del Uroboro: simbolo della natura ciclica delle cose, del rapporto tra fine ed inizio)
Questo post non vuole essere esclusivamente una sintesi conclusiva , ma un punto d'accesso per i contenuti trattati in questo blog.
Questo blog è da considerarsi come l' analisi di uno strumento, il misuratore di campo [STEP 1 ], non solo in quanto strumento, tassonomicamente classificabile [STEP 14], ma in quanto cosa. Le cose infatti non si limitano ad essere semplici oggetti o utensili, queste hanno un valore aggiunto (si veda ad esempio l'importanza che queste possono assumere nella letteratura).
Non è dunque sufficiente soffermarsi sull' aspetto esteriore di una cosa [STEP 2] , nè sui materiali di cui essa è composta [STEP 8]. Il valore dell' oggetto non può essere raccontato da un manuale d'utilizzo ( per quanto, nel caso di uno strumento complesso, questo possa rivelarsi parecchio utile [STEP 22] ) e non è nascosto tra bobine, circuiti e condensatori , che compongono le interiora dell'oggetto [STEP 16].
Ogni oggetto lascia una traccia evidente nell' immaginario collettivo e nella storia dell'uomo; ad esempio, ad ogni oggetto è associato un insieme di parole ( si veda per esempio l'abecedario del misuratore di campo [STEP 19] e il glossario a cui rimanda [STEP 3]), e la frequenza di utilizzo di queste parole ci racconta molto di come la storia dell' uomo e dell'oggetto si intrecciano [STEP 24].
Sorprendentemente possiamo scoprire, infatti, che il misuratore di campo può vestire i panni dell'eroe ed essere d'aiuto perfino a Batman e Robin! [STEP 21] , e una sua versione riadattata potrebbe aiutare i Ghostbusters nel loro intento di proteggere New York da forze paranormali [STEP 12].
Un punto d'inizio interessante, per l'esplorazione di ciò che concerne il misuratore di campo, è approfondire le radici dell'elettromagnetismo e individuare il contesto in cui nasce la necessità di misurare l'intensità di un campo elettromagnetico [STEP 4]. Saranno proprio le teorie dell'elettromagnetismo a permettere agli inventori dello strumento [STEP 9] di elaborare i principi essenziali tramite cui esso opera [STEP 5]. Nel 1955 Ross Gunn brevetterà una delle prime versioni dello strumento [ STEP 17], cosi come lo conosciamo oggi; a partire dal suo prototipo si innescherà un processo di evoluzione tecnologica, che porterà infine agli strumenti moderni.Tale evoluzione tecnologica vede attivamente coinvolte le compagnie produttrici dello strumento [STEP 11], passando dall' ingombrante modello 488 della Simpson Electric Company al compatto SMP2 della Wavecontrol (il cui logo è stato approfondito nel dettaglio qui: [STEP 20] ), per non parlare dell'autonomia garantita dall'impiego di batterie al Litio [STEP 26]) . L'interesse per lo strumento è tale da stimolare la produzione di articoli scientifici e libri [STEP 10]